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Questioni varie di biologia animale.
«Se ciascuna delle api non ha udito,
Al suon perché si posa? Di , magistro,
Ché dubitando l uom si fa sentito».
Dico che il suono pone l aria in moto,
Che per natura all ape è gran sinistro; 5
Non volano, se è vento; e ciò t è noto.
Letteratura italiana Einaudi 142
Cecco d Ascoli - L Acerba
Non per il suono, ma pel movimento
Che fa nell aria si posano l api,
Ché lor natura sempre teme il vento.
Sì son corrette dallo lor signore, 10
Che morderti non ponno se le capi,
Ché nulla nel mal tempo va di fuore.
E tu a me: «Perché ogni animale
Muovesi ed anda subito ch è nato?
Perché non l uomo? Di , la ragion, quale?» 15
Dico ch altro animal nasce perfetto
E in poco tempo termina il suo stato,
Ché in lui natura fa veloce effetto;
Ma imperfetto al mondo l uomo nasce,
Ché portarlo saria troppa gravezza, 20
Sì che di fuori si nutrica e pasce.
Certo la specie umana caderia
Se nella madre prendesse fermezza:
Però natura vuol che così sia.
«Perché li cani e li leoni tutti 25
Nascono ciechi con gli occhi coperti,
E gli altri con la luce son produtti?»
Dico ch ogni animal ch ha aguzze l ugne
(Del dubitare voglio che t accerti)
La madre dolorosamente pugne; 30
E, quand è la natura stimolata,
Innanzi tempo fuor lo manda in fretta:
Però la vista in lui non è formata.
Nervoso membro è l utero che sente,
Sì che lontano tempo non aspetta: 35
Natura circospetta ciò consente.
«Perché gli an mali, dico, ch hanno corna,
Non hanno denti in la parte di sopra,
Letteratura italiana Einaudi 143
Cecco d Ascoli - L Acerba
E quel ch ha denti acuti si discorna?»
Dico che quel soperchio delli denti 40
Natura nelle corna manda sopra,
E questi sol dell erba son contenti.
Però natura in lor li denti piani
Pose per questo fin nelle lor guance;
Agli altri, acuti, come a lupi e cani. 45
Sicché ogni animal coi denti acuti
Non ha di corna nella testa brance:
Voglio che nel serpente il detto muti.
«Perché gli uccelli ch hanno il becco torto
Non bevon mai se non per accidente, 50
E sol per medicina e lor conforto?»
Io dico che lor pasto ovver lor civo
Ha per natura l umido possente,
Sì che di sete nïuno è passivo.
«Perché tutti animali ch hanno penne 55
Non fanno urina, sì come si vede?
E lor natura perché ciò sostenne?»
Dico che quel soverchio si converte,
Sì come il mio Maestro ed ognun crede,
In quelle penne che son lor coverte. 60
«Perché ciascuno di questi pennati,
Mutandosi lo tempo, si spelucca,
Stando tutti dolenti e congregati?»
Perché in natura ciascuno dall aria
Turbata sente subito in sé ciucca, 65
Se d altra qualità si mostra varia.
«Perché in un tempo più la morte uccide
D esti animali che non fa di quilli?»
Dico che il cielo le specie divide.
Letteratura italiana Einaudi 144
Cecco d Ascoli - L Acerba
Con questa questïon degli animali 70
In n ho campati già ben più di mille
Da povertate: non ti dico quali.
l Ariete di sua specie in sé conserva
Sua medicina; così fa lo Toro,
Così fan gli altri; ciò che dico, serva. 75
Quando lo Sol ritorna al primo punto
Di cui la stella sta nel tristo coro,
Quel genïo della morte sarà giunto.
E tu a me: «Perché formò natura
Animali cotanto velenosi, 80
Se della vita nostra ha tanta cura?».
Essa in grazia dell uomo tutto fece:
Pur avendo il velen, son grazïosi,
Però li topi diede in loro nece.
Dico che non farà, né fe mai Dio 85
Animai, pietre od erbe e ciò che vedi,
Ove non sia virtute, a parer mio.
E tu a me: «Or sono animai bruti
Quest uomini silvestri? Che ne credi?
Pelosi, piccinacoli, negruti...!» 90
Di ciò son certo: più non me ne impiglio,
Salvando sempre lo miglior consiglio.
CAPITOLO IX
Questioni morali. Invettiva contro le donne.
E tu a me: «Oimè, perché addiviene
Che raro di buon padre figlio nasce
Che conseguisca lo consimil bene?
È per peccato, o natura lo vuole,
Od è fortuna che nel ciel s irasce?» 5
Questo mi par ben nuovo sotto il Sole ».
Letteratura italiana Einaudi 145
Cecco d Ascoli - L Acerba
È natura principio d ogni sangue
Ed augumento e stato, e poi declina
Di gente in gente, ed in ultimo langue.
Se il padre ha il sommo ben della sua schiera, 10
Naturalmente in lui virtù s affina,
E il nato convien sia di vil maniera,
E questi tempi più e men son lati
Secondo le figure d alti lumi
Sotto li quali furon generati. 15
Guarda diretro, e vederai tumulti
Di gran casati e di gentil costumi
Che, terminando, sono in terra occulti.
Per quattro tempi passa ogni creato;
Non è fermezza nel terrestre regno; 20
Chi va, chi vien, chi piange, chi è beato.
Tutte le cose umane sono in moto,
D estremo riso vien pianto malegno.
Felice chi da Dio non sta remoto.
E tu a me: «Perché questa fortuna, 25
Che l uomo virtuoso poter vive,
E subito si sparge ciò che aduna,
E vedo gente senza umanitate,
Spogliate di virtuti intellettive,
Che tutte le ricchezze a lor son date?». 30
Ed io a te: Or qui devi sapere
Che gran ricchezza non si puo acquistare,
Se a Dio non spiace questo mio vedere.
l uom, ch ha virtute, di seguire sdegna
Questi guadagni e questo accumulare, 35
Avendo l alma di virtute degna.
Ov è intelletto, il più degno s elege,
Cioè virtute e scienzia ed onore:
Letteratura italiana Einaudi 146
Cecco d Ascoli - L Acerba
Dunque ricchezza convien che si sprege.
È con la fama congiunta la spesa, 40
E ciò non puo fuggir chi ha valore,
E contro lei non puo mai far difesa.
E tu a me: «Perché un pover uomo
Sarà più largo di quel che possede,
Che un altro ricco? Tu vedi ben como». 45
Ed io a te: Chi non puo peggiorare
Né per poco salir, come si vede,
Sempre si sdegna di ciò conservare;
Ma quegli che ha, ben sa che sia l amore
Del posseder, sì che fervendo teme 50
Di non venir nello stato peggiore.
Anche, ogni ricco diviene tenace
Per sormontare alle ricchezze estreme,
Sì che non sente mai quiete né pace. [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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