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di Macedonia passava con grande cavalleria. Vide que-
sto filosafo; parlò, e disse:  Deh, uomo di misera vita,
chiedimi, e darotti ciò che tu vorrai.  E  l filosafo ri-
spuose:  Priegoti che mi ti lievi dal sole.
LXVII
Qui conta di Papir[i]o, come il padre lo menò al Consiglio.
Papirio fu romano, uomo potentissimo e savio, e di-
lett[ossi] molto in battaglia. E credeansi i Romani difen-
dersi da Alessandro, confidandosi nella bontade di que-
sto Papirio. Quando Papirio era fanciullo, il padre lo
menava seco al Consiglio. Un giorno il Consiglio sì co-
mandò credenza. E la sua madre lo stimulava molto, ché
voleva sapere di che i Romani aveano tenuto consiglio.
Papirio veggendo la voluntà della madre, si pensò una
bella bugia, e disse così:  Li Romani tennero consiglio
qual era meglio tra che gli uomini avessero due mogli, o
le donne dui mariti, acciò che la gente multiplicasse,
Letteratura italiana Einaudi 65
Il Novellino
perché terre si rubellavano da Roma; onde il Consiglio
stabilio ch era meglio e più convenevole che l uomo ab-
bia due moglie.  La madre, che li avea promesso di te-
nere credenza, il manifestò a un altra donna, e quella [a]
un altra. Tanto andò d una in altra, che tutta Roma il
sentì. Ragunârsi le donne e andârne a sanatori, e do-
leansi molto. Ed elli temettero forte di maggiore novità.
Udendo la cagione, diedero cortesemente loro commia-
to, e commendaro Papirio di grande savere. E allora il
Comune di Roma stabilio che per innanzi niuno padre
dovesse menare suo figliuolo a Consiglio.
LXVIII
D una quistione che fece un giovane ad Aristotile.
Aristotile fue grande filosofo. Un giorno venne da lui
un giovane con una nuova domanda, dicendo cosie: 
Maestro, i ho veduto cosa che molto mi dispiace a l ani-
mo mio: ch io vidi un vecchio di grandissimo tempo fare
laide mattezze. Onde, se la vecchiezza n ha colpa, io
m accordo di volere morire giovane anzi che invecchiare
e matteggiare. Onde per Dio, maestro, metteteci consi-
glio, se essere può.  Aristotile rispuose:  Io non posso
consigliare che invecchiando la natura non muti in de-
bolezza il buono calore naturale; se verae meno, la virtù
ragionevole manca. Ma per la tua bella provedenza io
t aprenderò com io potrò. Farai così: che nella tua gio-
venezza, che tu userai tutte le belle e piacevoli e oneste
cose, e dal lor contrario ti guarderai al postutto; e quan-
do serai vecchio, non per natura né per ragione viverai
con nettezza, ma per la tua bella, piacevole e lunga usan-
za ch avrai fatta.
Letteratura italiana Einaudi 66
Il Novellino
LXIX
Qui conta della gran iustizia di Traiano imperadore.
Lo  mperadore [Traiano] fue molto giustissimo signo-
re. Andando un giorno con la sua grande cavalleria con-
tra suoi nemici, una femina vedova li si fece dinanzi, e
preselo per la staffa e disse:  Messere, fammi diritto di
quelli ch a torto m hanno morto lo mio figliuolo!  E lo
 mperadore rispuose e disse:  Io ti sodisfarò, quand io
tornerò.  Ed ella disse:  Se tu non torni?  Ed elli ri-
spuose:  Sodisfaratti lo mio successore.  Ed ella disse: 
E se  l tuo successore mi vien meno, tu min se debitore.
E pogniamo che pure mi sodisfacces[se]; l altrui giustizia
non liberrà la tua colpa. Bene averrae al tuo successore,
s elli liberrae se medesimo.  Allora lo  mperadore
smontò da cavallo e fece giustizia di coloro ch aveano
morto il figliuolo di colei, e poi cavalcò, e sconfisse i suoi
nemici. E dopo non molto tempo, dopo la sua morte,
venne il beato san Ghirigoro papa, e trovando la sua giu-
stizia andò alla statua sua, e con lagrime l onorò di gran
lode e fecelo disoppellire. Trovaro che tutto era tornato
alla terra, salvo che l ossa e la lingua; e ciò dimostrava
com era stato giustissimo uomo, e giustamente avea par-
lato. E santo Grigoro orò per lui a Dio, e dicesi per evi-
dente miracolo che per li prieghi di questo santo papa
l anima di questo imperadore fu liberato dalle pene de
l inferno, e andòne in vita eterna; ed era stato pagano.
LXX
Qui conta d Ercules come n andò alla foresta.
Letteratura italiana Einaudi 67
Il Novellino
Ercules fu uomo fortissimo oltre li altri uomini, e avea
una sua moglie la quale li dava molta travaglia. Partissi
un dì di subito e andonne per una gran foresta, e trovava
orsi e lioni e assai fiere pessime. Tutte le squarciava e uc-
cidea con la sua forza, e non trovò niuna bestia sì forte
che da lui si difendesse. E stette in questa foresta gran
tempo; poi tornò a casa alla moglie con panni tutti
squarciati, con pelli di leoni adosso. La moglie li si fece
incontro con gran festa, e comminciò a dire:  Ben ve-
gniate, il signor mio, che novelle?  Ed Ercules rispuose:
 Io vegno de la foresta; e tutte le fiere ho trovate più
umili di te: ché tutte quelle ch i ho trovate ho soggioga-
te, salvo che te. Anzi tu hai soggiogato me. Dunque se
tu la più forte [cosa] ch io mai trovasse; c hai vinto
col[ui] che tutte l altre cose [ha] vinto.
LXXI [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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